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Dedicato a Soffi

Soffi la chiamata io perché ogni volta che mi avvicinavo soffiava.
Voglio raccontarvi una storia che assomiglia a una favola.
Essa è legata a diversi fattori della vita – ad avvenimenti a cui ognuno di noi nel tempo ci vede divenire protagonisti - ognuno della nostra storia nella vita.
Penso che la fortuna o la sfortuna incida notevolmente nella vita di tutti accompagnandoci in un modo o nell’altro dal primo giorno d’esistenza - nel bene e nel male – chiaramente tutto può cambiare - o restare per sempre così – questo vale per qualsiasi essere vivente al mondo sia esso umano o che faccia parte del mondo animale - in questo caso si tratta di un animale una piccola micia.
Alcuni anni fa con mia moglie portammo nostro nipote (Matteo) in un parco - dove tanti mici vivono liberi la loro esistenza - protetti da una delle tante associazioni animaliste – avvolte qualche gatto viene adottato - altri vivono la loro esistenza in queste colonie.
Il nostro intento era di avvicinare il bimbo al mondo animale che tanto ha da insegnare a tutti - grandi o piccini.
Di questo parco ne eravamo frequentatori da anni – tanto che i gatti riconoscevano  la nostra voce – e venivano verso di noi – molti erano selvatici – e il loro sistema di gioco non era sempre piacevole.
Tra d’essi ve ne era uno sicuramente non baciato dalla fortuna - nera magrolina pelo trascurato – senza dubbio da piccola aveva avuto una paresi – aveva per tanto il piedino anteriore piegato quindi  zoppicava  –  non solo un pezzetto di lingua gli penzolava dalla bocca –  non miagolava nemmeno -  tanto era messa male che pure i cani la ignoravano.
Per lei sia il pranzo che la cena era un handicap -  visto che doveva stare in disparte finché i gatti  (essendo felini) non gli permettevano di avvicinarsi per mangiare era fortuna - quando veniva accudita da uno dei tanti volontari.
Il bimbo ne fu subito attratto - nello stesso tempo aveva paura di toccarla diceva - nonna mi attacca delle malattie – la micia non avendo la stessa paura veniva vicino – forse pensavo per recuperare una qualche carezza – gli addetti ai gatti  non capivano il perché si avvicinava – solitamente era scontrosa e diffidente verso tutti – ma gli animali penso che percepiscono sensazioni al di fuori del normale cose per noi incomprensibili  - mai avrei pensato che nel futuro le nostre strade si sarebbero ricongiunte.
Come dicevo pure i cani la ignoravano – ma una sera non fu così – un grosso cane gli azzannò la gamba del piedino paralizzato - solo l’intervento di una ragazza che li accudiva la salvò - rischiando a sua volta di essere morsa.
La micia spari nella sterpaglia - solo dopo 15 giorni si rifece viva ma con la gambino a penzoloni - non voglio pensare quanto dolore dovette sopportare.
Decisero di operarla - purtroppo dopo operata era come impazzita – al risveglio la sua gamba non v’era più - divenne impossibile avvicinarla - stava sempre ferma in una posizione anche se pioveva o faceva freddo - forse si voleva lasciare morire pensando per me è finita.
Fummo chiamati dalla responsabile della associazione - in quanto conoscente - ci fu chiesto di adottarla.
La micia era sempre la stessa nera quella che conoscevamo – manto  peggiorato - lingua ancora più fuori - in più aveva la gamba totalmente amputata fino alla gabbia toracica.
Ci pensammo po’ –  ma il giorno successivo decidemmo di adottarla -aprendo la gabbia vedemmo una micia impazzita girare in tondo contro le pareti di casa come una trottola –  quando si calmò si nascose sotto il divano -  solo la fame la fece uscire.
La gattina forse comprese d’avere trovato casa - a noi bastò poco per capire che non potevamo toccarla - come ho detto - non miagolava in compenso soffiava da far paura - quando girava non sembrava un micio - ma un canguro.
In quanto a toccarla solo mia moglie - essendo tosta quanto lei - dopo vari bisticci riuscì a vincere la guerra.
Da quel giorno son passati sette anni e mezzo - di cui sette vissuti da lei come una regina - gli ultimi cinque mesi sono stati un incubo per la piccola - e per noi un tormento vederla soffrire.
Io la guardavo e pensavo - la vita non poteva farti più male di così –nel frattempo eri diventata sorda e cieca – praticamente avevi subito tutti i mali esistenti sulla terra - cosa avevi fatto di male per meritarti tanta sfortuna.
Avevamo preso la decisione di farti sopprimere – ma tu in ambulatorio ci hai fatto capire che volevi tornare a casa tua – per la prima volta hai miagolato disperata - e leccavi la mano di Patrizia – a quel punto abbiamo deciso di portarti a casa nuovamente non eri pronta a morire.
Lunedì 22/05/2017 alle ore 09.30 te ne sei andata - spero ovunque tu sia che senti quello che dirò.
Per colpa delle disavventure subite e del male che hai sopportato pensavo fosti impazzita – poi ho compreso che il pazzo sono stato io a pensarlo.
Mi sentivo sempre i tuoi occhi verdi fissarmi - senza comprendere il perché -  ogni anno ti dicevo - anche questo Natale lo facciamo assieme - per sette anni ho visto una macchia nera che girava per casa.
Invidioso di Patti che ti toccava – io pensavo di servirti solo per svago - quando ti suonavo l’armonica – quando cantavo – o ti facevo sentire la musica – che ti piaceva tanto. Ora mi chiedo spesso perché mi manchi tanto - mi sembra di vederti ancora girare per casa - e sento ancora la tua presenza.
Tante volte penso se tu non avesti fatto questi sette anni da regina - che cavolo di vita avresti dovuto subire.
Purtroppo hai dovuto vivere gli ultimi cinque masi sopra un divano - senza scendere mai - una volta sei scesa per sbaglio ti abbiamo trovata alla mattina a girare disperata  per casa - sbattevi contro il muro o a qualsiasi cosa ti si presentava davanti - nella ricerca del tuo divano.
Si perché la sfortuna ti ha accompagnato fino all’ultimo giorno – eri diventata cieca e sorda – non più due occhi verdi mi seguivano - ma gli occhi scuri vuoti di un cieco e la completa sordità – ultimamente per trovare il mangiare dovevi appoggiare alla mia mano i baffi – seguendo la mano arrivavi alla ciottola.
A noi hai  insegnato un amore diverso - un amore che si poteva solamente percepire da piccole cose - un amore semplicemente sublime quanto assurdo – che arrivava da un essere vivente che per tutta la vita ha subito un vero martirio.
Sei morta il 22/05/17 alle 09.30 io non ho avuto il coraggio di assisterti ti ho salutato con una carezza sulla testa  - sei morta come sei vissuta -  lasciando sia il Veterinario che Patti sbalorditi dormivi rannicchiata e quando la ragazza stava per prenderti la zampina per farti la puntura – tu pur sapendo di morire capendo che per te erano gli ultimi istanti di vita -  gli hai disteso la gambina - salutando Patti che aveva una mano sulla tua testa – facendo le fusa x un attimo .
Grazie di averci scelto come tuoi ultimi compagni di vita insegnandoci cosa vuole dire vivere la propria esistenza con onore e dignità accontentandoti  di quello che ti è stato donato.  Ciao piccola dolce Soffi – sono sicuro che ora hai tutte le tue gambe e sei assieme alla nostra Fufi.
Solo nel mondo animale e in quello dei bambini credo si possa trovare tanta gioia di vivere tanta purezza tanta onore – sarai sempre e per sempre nei nostri cuori.

Ora riposi in un bel giardino ….. con tanti animali a farti compagnia.

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